storia & arte

Gli Altari laterali

Ai lati dell’Altare maggiore si aprono quattro rientranze, a forma di nicchia, dove sono collocati quattro altari; sopra ogni mensa suggestive immagini affrescate attirano gli sguardi. Nelle Chiese del passato, molto allungate, gli altari laterali si collocavano ai lati della navata; diventavano un po’ come le fermate che spesso distraevano il fedele dall’altare centrale. Con intuito felice l’architetto Muzio ha fatto dei quattro altari come una corona o una convergenza alla mensa dell’Eucaristia. Gli altari laterali sono nati da una esigenza della fede di vedere, nel concreto, il mistero di Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, calato nella vita di alcuni uomini. E la venerazione dei Santi e, prima fra tutti e in modo eccezionale, della Madre di Dio Maria Santissima. Non ci fermeremo a descrivere, dei quattro Altari laterali, la diversità architettonica; la nostra attenzione è invece attirata dalle immagini dipinte sulle pareti.

L’Altare dell’Immacolata

L’affresco è opera del prof. Glauco Baruzzi: l’immagine della Vergine emerge da una nicchia che rappresenta la profondità del tempo, da cui Maria sorge come aurora ad inaugurare i «nuovi tempi». Tra le mani delicatamente, quasi a frenare l’impeto, tiene il Bambino Gesù, suo figlio, che con la lancia appuntita trafigge il capo al serpente, simbolo del male e del peccato, che tenta con la bocca spalancata di mordere la madre.

Questo modo di rappresentare Maria Immacolata risponde ad un preciso dato teologico. Maria deve il privilegio del suo immacolato concepimento, il primo fra i tanti di cui sarà arricchita, al fatto di essere stata scelta per essere la madre del Figlio di Dio. Ecco perché dall’alto lo sguardo dolce del Padre si china su questa mirabile creatura riempiendola, fino a colmarla, del Suo Spirito, raffigurato nella colomba. Dall’alto piove una luce che rischiara la Madre del Signore e nello stesso tempo la figura inginocchiata e in parte quelle a lato. Maria, benché tanto privilegiata, non si isola nella sua grandezza e bellezza, ma apre la sua vita a tutti coloro che guardano a lei come Madre e come esempio da imitare. Le quattro figure giovanili, tre in piedi ed una inginocchiata, raffigurano le Sante Patrone della Gioventù Femminile e contemporaneamente simboleggiano la comunità cristiana (la Chiesa) che vede in Maria, già realizzata in pienezza, la sua vita. E sempre facendo riferimento al Padre che si capisce la grandezza di Maria proposta al popolo cristiano come Colei che ha beneficiato di un amore infinito.

L’Altare dello Sposalizio

È il primo a sinistra dell’altare maggiore; l’affresco è opera del prof. Trento Longaretti. Dentro un tempietto di stile classico sullo sfondo di una cupola di stile orientale sono collocate le due figure di Giuseppe e di Maria, al centro, ma in secondo piano, il Sacerdote. Le immagini sono colte nel momento emozionante in cui San Giuseppe mette all’anulare della mano sinistra di Maria l’anello nuziale, simbolo dell’amore, mentre il sacerdote ebreo, anticipando un gesto tipicamente cristiano, benedice con le tre dita aperte, simbolo della Trinità, il gesto nuziale. Il volto di Giuseppe, giovanile e serio, esprime l’intensità dell’uomo che ha coscienza di legarsi ad una donna eccezionale. Nella mano sinistra stringe un virgulto fiorito, simbolo del suo amore intatto e verginale. 

Maria che gli sta di fronte, mentre timidamente stende la mano al gesto nuziale, porta la destra al petto ad indicare totale donazione. Il suo volto è di fanciulla nel pieno della Sua bellezza verginale. Interessanti le figure che fanno da cornice: il giovane sulla destra che spezza un bastone sul ginocchio ha un riferimento alla leggenda dei Vangeli Apocrifi (cfr. i due volumi della U.T.E.T. di Torino, 1971). In essi si racconta che il Sommo Sacerdote dovendo sposare Maria, convocò i giovani da marito, perché ognuno portasse un bastone con il proprio nome inciso, da collocarsi nel tempio. Il Signore fece fiorire il bastone di Giuseppe designandolo così come sposo di Maria; ed ecco allora il gesto del giovane escluso che spezza il suo bastone. Sul lato sinistro due giovani donne, una delle quali tiene fra le mani un vasetto. Esse rappresentano lo sconfinato stuolo di giovani donne che hanno preferito al matrimonio la totale donazione al Signore. Il vasetto nelle mani della giovane è il simbolo di un profumo conservato intatto. Ma il matrimonio di Maria e Giuseppe, pur nella sua eccezionalità, è il simbolo di una famiglia che nasce dall’amore reciproco dei due sposi. La donna seduta ai piedi di Maria con in braccio un bimbo significa la maternità, il punto più alto per la donna sposata; come Maria genera il figlio suo per mezzo dello Spirito Santo, così ogni donna sposata trasmette, per la potenza di Dio, la vita ad altre creature.

 

L’Altare di San Francesco

Poiché la nuova Chiesa di San Giovanni Battista alla Creta sarebbe stata affidata in perpetuo alla cura pastorale dei Frati Minori, non poteva mancare un richiamo a San Francesco d’Assisi. A lui infatti è dedicato l’Altare sulla destra di quello maggiore. L’affresco è opera del prof. Silvio Consadori.
In alto, quasi sospeso nell’aria, la figura di Francesco estasiato dall’immagine alata di Cristo Crocifisso che lo trafigge con dardi infuocati nelle mani, nei piedi e nel costato. Francesco è rappresentato al vertice della sua vita vissuta nella fedeltà totale al Vangelo e nell’assimilazione profonda a Cristo. Per quelle stigmate che segnarono il suo corpo come crocifisso, Francesco fu definito un secondo Cristo.

In primo piano, sotto l’immagine di Francesco, ben tre gruppi di persone stanno ad indicare il fascino che questo Santo ha esercitato, lungo i secoli, su tutte le categorie di persone. Sulla destra i Santi Patroni dell’Ordine Francescano Secolare: San Ludovico IX, Re di Francia, e Santa Elisabetta d’Ungheria.
Sulla sinistra due figure: l’una di uomo in piedi e l’altra di donna inginocchiata, in espressione di profonda tensione spirituale, rappresentano i primi due seguaci dell’Ordine Francescano Secolare: San Lucchesio da Poggibonsi e sua moglie Bona. Con rara intuizione il pittore fa piovere su questi due personaggi due raggi luminosi provenienti da Cristo, simili a quelli che hanno trafitto il corpo di Francesco. Traspare un significato profondo: coloro che, pur restando a vivere nella realtà del mondo, seguendo Francesco, sono giunti a scoprire il senso più vero del vivere cristiano: Gesù Cristo.
Sullo sfondo la città di Assisi, la patria benedetta di Francesco e di Chiara e, tra i due gruppi di personaggi, alcuni volti di frati e di donne: è l’esercito innumerevole di uomini e di donne consacratisi a Dio sull’esempio di Francesco d’Assisi.
L’affresco, pur appesantito alla base dalle massicce figure di primo piano si eleva e s’innalza, come spiritualizzato attraverso Francesco, nel Cristo alato proveniente dagli spazi.

L’Altare del Sacro Cuore 

È il primo da destra: elevata su un piedistallo l’immagine di Cristo con in mano un cuore. Il suo volto è rivolto alle due figure dei sacerdoti inginocchiati al suo fianco. Non è un volto severo, ma austero: Cristo, nella raffigurazione di colui che dona il suo cuore, è l’immagine profonda di un Dio che si è dato totalmente all’uomo. Le figure dei tre uomini, inginocchiati alla base del piedistallo, tentano di capire e d’interpretare il dono che Cristo fa di sé. Nel volto del sacerdote inginocchiato sulla sinistra è raffigurato San Giovanni Bosco, il santo che ha fatto scoprire a milioni di giovani il volto amabile di Dio fatto uomo. Da alcuni mesi il volto di Cristo è illuminato, giorno e notte, da un faretto; è un richiamo per tutti a cogliere il dono di Dio nella propria vita. L’affresco è opera del prof. Mario Donizetti.