storia & arte | i santi

San Giovanni Battista

Sulla lesena di sinistra è collocata la statua di Giovanni Battista «il profeta di fuoco», titolare della Parrocchia e principale protettore della comunità.
Opera in legno dell’artigianato della Val Gardena, vuole essere l’immagine di colui che grida nel deserto: «preparate le vie del Signore». L’uomo che vive nel deserto la preparazione alla sua missione di indicare al mondo il Messia, veste rudemente con tunica intessuta di peli di cammello, con la borraccia al fianco per non soccombere alla sete della terra infuocata. Presenta il braccio alzato ad accompagnare la voce forte che chiama tutti a penitenza, alla vera conversione del cuore; nell’altra mano il bastone in forma di croce, simbolo della sua missione di presentare il Messia, Gesù, come la vera vittima che toglierà i peccati del mondo.
L’immagine lignea che si staglia contro la parete a paramano, coglie un momento di quella spogliazione a cui ogni cristiano deve sottoporsi, con scelta libera, per incontrare il vero volto di Cristo che lì, a pochi metri, sulla mensa, assume l’essenzialità del pane e del vino per donarsi all’uomo.

Sant’Antonio

Nella nostra chiesa ci sono due statue di S. Antonio: una quasi in fondo alla chiesa, l’altra sull’altare della cappella omonima. La prima è in legno, la seconda in rame, ma ambedue sono ritratte nell’atteggiamento classico di stringere il Bambino Gesù, ritto, con i piedi sul libro del Vangelo.
Non hanno connotati di particolare fattura se non quella di essere del Seicento. Il Santo vi è rappresentato in piedi, con una corporatura vigorosa e lo sguardo rivolto al basso o al Bambinello Gesù che tende la manina per una carezza.

Ma la singolarità è nel come le due statue sono arrivate in parrocchia: quella di legno, in fondo alla chiesa, fu trasportata a spalle da fra Martino da una vecchia cappella dalle parti di Morsenchio, ormai trasformata in deposito di fieno e di ogni genere di cose, sino alla Creta. Dopo un buon restauro si pensò di collocarla dove ora si trova, tra le prime due colonne della navata centrale. E pare che al Santo di Padova non dispiaccia il posto vicino alla porta d’entrata, ad accogliere i suoi devoti che sono sempre numerosi. Attorno a lui ardono sempre i lumi, quelle esili candele che si consumano nel giro di poche ore, dicono un mondo di cose al Santo. Un po’ meno notata è la statua in rame di Sant’Antonio, collocata nella cappella omonima sede dei Confessionali, una volta riservati ai soli uomini. Da quale chiesa, da quale nicchia arrivasse, non lo si saprà mai. Fu acquistata da un antiquario e donata alla parrocchia. Il Bambinello Gesù sembrò un po’ troppo nudo e allora ci si premurò di fargli una tunichetta, naturalmente in rame, per renderlo nello stile del suo amico. Era il tempo in cui il prof. Borra aveva dipinto, nella nicchia, un suo S. Antonio, che suscitò proteste e contestazioni. Si arrivò al limite del processo, perché il dipinto fu sfregiato, in quanto sembrò un insulto al Santo che doveva rappresentare. Di quel dipinto conserviamo fortunatamente una foto; forse ora non ci sembra tanto brutto. Ma, ad ogni modo, al suo posto fu collocata l’attuale statua in rame. Per fortuna che la fede salta tutte le varie vicende e si fissa nella realtà dove i Santi, in particolare Sant’Antonio, vivono nella luce di Dio, vicini alla vita e ai problemi dei loro fratelli ancora sulla terra.