storia & arte

Il campanile

Con la diffusone dell’uso delle campane (sec. VIII e IX) si innalzarono costruzioni adatte a portarle: nasce il campanile. È una costruzione a sé stante a incorporata alla chiesa stessa. Per una migliore espansione del suono viene costruita ad altezze convenienti.
Una dei più antichi campanili d’Italia è quello di San Satiro a Milano. (Sec. IX – Enciclopedia Cattolica III col. 465-66 alla voce: campanile). Molte Chiese sorte nel dopoguerra (1945) non hanno più campanile. I motivi sono molti, non ultimo quello  dei mezzi sonori di diffusione che tentano di sostituire le campane.  Ma quale suono potrà sostituire quella delle campane? Quale musica potrà imitare lo scampanio gioioso dei giorni di festa, o i rintocchi lenti dei momenti di dolore o il richiamo mattutino alla lode dal Signore? Muzio ha voluto, con felice intuizione, che la Chiesa nuova di San Giovanni Battista alla periferia sud-ovest di Milano, sposasse le sue linee con la sagoma triangolare e slanciata del campanile. Anche se la Chiesa sembra sparire nella selva dei palazzi, cresciuti all’intorno, il campanile la segnala al di sopra dei tetti.
Austero e massiccio, vestito come le pareti della chiesa, porta in alto il segno della salvezza: una croce bianca, bella come una bandiera a nuovo che non si ammaina mai.
  

Le campane

Sotto il tetto, che scivola sul retro, le 5 campane pronte a cantare tutti gli avvenimenti della comunità. Ognuna di quelle cinque sorelle ha ricevuto un nome di battesimo: Cristo Re, San Francesco, San Carlo, San Giuseppe e San Giovanni Battista. Di ognuna viene trascritta la dedica in latino con la traduzione:

A Cristo Re

Unum Te Christe,
saeculorum Principem
et mentium et cordium
Nos huius Ecclesiae Filii
excelsum fatemur Arbitrum.

 Te, O Cristo,
unico Signore dei secoli
delle menti e dei cuori
Noi figli di questa chiesa
Ti proclamiamo eccelso Signore.

A San Giuseppe

Te beatum celebramus Joseph,
dulci Patris quem nomine
Divina Proles invocat!
O faveas nobis iugiter nostris
laboribus adsis
et Joseph Lauram Coniuges Cabassi
eorumque filium Joannem
ac surrecturum germen
benigno cernas lumine!

Ti proclamiamo beato, o Giuseppe,
che la Divina Prole (Gesù) chiama con il dolce nome di Padre;
sii sempre a noi favorevole e presente al nostro lavoro;
Veglia con occhio benigno i Coniugi Giuseppe e Laura Cabassi,
il loro figlio Giovanni
e la prole che nascerà!

A San Francesco

En venerant rutilantis
sacra Francisci germina.
Dum sonos per auras pandimus
nobis perpetuo luceant
Ut igne focus!
Supplici Joanni faveatis Muzio
clarissimo huius ecclesiae
Architecto.

 

 Finalmente erano arrivati i santi germogli dello splendente Francesco.
Finché si diffonderà il suono delle campane, essi perennemente risplendano in mezzo a noi,
come per mezzo della fiamma il focolare. 
Siate propizie al supplice Giovanni Muzio, Architetto di questa Chiesa.

A San Carlo

Te veniente die, Te decedente
cantemus urbis Parentem, Carole,
tenebras ut noctis dissipes
adsisque praesens Civibus,
Suavi amore Carolum Cabassi
foveas!

 Al sorgere e al declinare del giorno
noi ti cantiamo, o Carlo,
Padre della città (di Milano),
disperdi le tenebre notturne
e assisti, con la tua presenza, i Cittadini
e incoraggia con amore soave
Carlo Cabassi.

A San Giovanni Battista

Praepotens martir qui corde praesago
Chrìstum gentibus indice prodis
archiepiscopo nostro Joanni Baptistae
Card. Montini facilis adsis.

O invincibile martire
che con animo presago
indichi alle genti, con il dito teso, il Cristo,
assisti felicemente il nostro Arcivescovo
Giovanni Battista Cardinale Montini.

Quella di San Giovanni Battista è la più grande e dal suono pieno e solenne, e ricorda l’Arcivescovo Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI. Con le campane la Chiesa si fa voce, suono, canto, richiamo ai vicini e ai lontani.